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In questo libro è raccontata la storia della pellagra in Romagna, una malattia ora quasi sconosciuta, diffusa tra i contadini più poveri tra la fine del Settecento e la prima metà del secolo scorso. Si trattava di un morbo nuovo, determinato dall'alimentazione a base di cibi (polenta e piadotto) derivati dalla farina di granoturco, consumati per molti mesi all'anno, che colpì centinaia di migliaia di persone e che spesso si concludeva con la demenza e il ricovero in manicomio. Attingendo a centinaia di documenti, spesso inediti, consultati in archivi, biblioteche e musei, l'autore ha ricostruito il suo arrivo nella Romagna Toscana, la sua diffusione nel territorio indagato e gli sconvolgimenti che provocava nei malati, nelle loro famiglie e nelle comunità rurali. Oltre alle informazioni desunte dalle descrizioni dei medici, sono qui raccontate le storie di alcuni pellagrosi ricoverati nel Manicomio di Imola e ne sono descritte le condizioni di vita e salute. Ampio spazio hanno anche le testimonianze sulla pellagra e sui pellagrosi presenti nelle opere letterarie (poesia, teatro, romanzo, etc.) pubblicate in Italia e anche quelle raccolte e documentate dai folkloristi in Emilia Romagna in proverbi, indovinelli, canti popolari ed altro ancora. Ne emerge una storia drammatica, determinata da un complesso intreccio di fattori di natura scientifica, geografica, ecologica, climatica, demografica, economica ed amministrativa, la cui conoscenza aiuta a comprendere meglio le precarie condizioni di vita di gran parte della popolazione rurale della Romagna in quel periodo.